Il protagonista di questa vicenda è un signore residente nella Valtiberina umbra, vittima di lesioni gravissime dovute a un inescusabile errore da parte di un chirurgo-urologo dell’ospedale San Donato di Arezzo che ha scambiato una malattia venerea per un tumore.
Le conseguenze della malpractice medica sono state, purtroppo, irreparabili.
Tutto comincia nel 2018, quando al paziente viene diagnosticato un tumore per il quale deve subire un intervento di glandectomia. Tuttavia, in seguito all’esame istologico, si scopre che nel tessuto asportato non erano presenti cellule tumorali. Risultati confermati poi da altre analisi che hanno portato a tutt’altra diagnosi: infezione da sifilide, curabile con qualche giorno di antibiotico.
In un primo momento, viene richiesta l’archiviazione del caso in quanto i risultati dell’esame istologico hanno un margine di errore pari al 20 per cento. Ciononostante, in seguito alla domanda di rinvio a giudizio dello scorso 3 febbraio, è stata fissata l’udienza preliminare al 9 marzo, in cui si deciderà se mandare a processo l’autore della diagnosi e dell’operazione.
La vittima ha citato il medico in una causa civile nella quale è stato chiesto un risarcimento di 100mila euro per il solo danno biologico, mentre la quantificazione in corso per il danno morale sarà, verosimilmente, molto elevata.