Il Rapporto civico sulla salute 2023 di Cittadinanzattiva evidenzia alcune criticità nel sistema sanitario italiano, soprattutto legate ai tempi di attesa per visite ed esami e alla difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie. Su oltre 24.000 segnalazioni raccolte, il 30% riguarda proprio il mancato accesso alle cure, dovuto a liste d’attesa prolungate e difficoltà nel prenotare prestazioni.
Tra i problemi principali, ci sono i tempi di attesa per le prime visite specialistiche: in alcuni casi, si arriva ad attendere fino a 300 giorni per una visita cardiologica o neurologica con priorità “D” (differibile), che per legge dovrebbe avvenire entro 30 giorni. Anche per visite urgenti, con priorità “U”, le attese possono superare i 90 giorni, contro le 72 ore previste.
Sul fronte dell’assistenza ospedaliera, si segnala una carenza di personale, con un numero insufficiente di medici e infermieri che rende più complesso gestire l’afflusso di pazienti nei Pronto Soccorso, dove i tempi di attesa medi variano tra 111 minuti per i codici bianchi e 147 minuti per i codici verdi.
Un altro dato rilevante è la rinuncia alle cure: circa 4,5 milioni di italiani nel 2023 hanno dovuto rinunciare a visite o accertamenti per motivi economici, per le lunghe liste d’attesa o per difficoltà di accesso territoriale. Questa situazione è particolarmente critica in alcune regioni: in Sardegna e Valle d’Aosta, il numero di prestazioni eseguite è diminuito del 25-28% rispetto al 2019, mentre in regioni come Lombardia ed Emilia Romagna la riduzione è stata più contenuta.
Per quanto riguarda la prevenzione, il rapporto sottolinea una partecipazione ancora limitata agli screening oncologici gratuiti (tumore al seno, alla cervice e al colon retto), soprattutto nelle regioni del Sud, e un’adesione ridotta alle campagne vaccinali anti-Covid e antinfluenzali, in particolare tra gli adulti.