La vita del piccolo J. è stata distrutta per sempre a causa del Citrobacter, lasciandogli danni cerebrali irreversibili. Adesso è stata richiesta l’archiviazione delle accuse e J. corre il rischio di non ottenere la verità e, soprattutto, la giustizia che merita.
A soli quattro anni, J. sta subendo una condanna ingiusta che gli è stata inflitta poco dopo la nascita: danni irreversibili, una disabilità gravissima e debilitante che gli negherà per sempre la possibilità di vivere una vita come quella dei suoi coetanei.
Il piccolo e la sua famiglia stanno affrontando una situazione difficile causata dal micidiale batterio chiamato Citrobacter, insinuatosi in un rubinetto dell’acqua usata dal personale della Terapia Intensiva Neonatale e si era diffuso anche nei biberon dell’ospedale. Questo batterio killer è stata la causa della morte di quattro neonati e di lesioni cerebrali permanenti per altri nove.
Le indagini si sono concluse il mese scorso, confermando le accuse di omicidio colposo e lesioni gravissime a carico di sette indagati, tra cui medici, ex dirigenti e manager dell’ospedale. Tuttavia, queste accuse sono state formulate in relazione a due soli casi. Per i restanti casi, compreso quello di J., è stata richiesta l’archiviazione.
I genitori dei bambini colpiti dal citrobacter protestano contro tale richiesta, ritenuta ingiusta. A partire dalla notifica della richiesta di archiviazione hanno trenta giorni per opporsi e richiedere nuove indagini. Restano pertanto aperti i dettagli relativi alle indagini e al risarcimento da corrispondere alle famiglie per i danni permanenti inflitti ai loro figli.