La Corte di Cassazione ha confermato la sentenza che condanna l’ex presidente di un caseificio sociale e un casaro per le gravi lesioni subite da un bambino di 12 anni, finito in coma dopo aver mangiato un pezzo di formaggio a latte crudo contaminato dal batterio Escherichia coli. L’incidente risale al 2017, e da allora il bambino è in stato vegetativo. La sentenza, emessa inizialmente nel dicembre 2023, prevedeva una pena pecuniaria massima di 2.478 euro, poi integrata in appello nel luglio 2024 con una provvisionale di un milione di euro a favore della famiglia.
Sentenza storica della Cassazione: confermata la condanna per lesioni gravissime
Si tratta di una sentenza destinata a fare giurisprudenza: è la prima in Italia a riconoscere il nesso causale tra il consumo di un formaggio a latte crudo e l’insorgenza della sindrome emolitico-uremica (SEU). I legali della famiglia hanno sottolineato come la produzione di formaggi a latte crudo senza un’adeguata stagionatura rappresenti un rischio elevato per la salute pubblica.
Ora i legali passeranno alla fase civile per la liquidazione del danno complessivo subito dalla famiglia. Verranno valutati il danno biologico, la lesione del rapporto familiare e le perdite economiche, compresa la cessazione dell’attività lavorativa della madre e la riduzione del lavoro del padre.
La sentenza rappresenta un passo importante per la tutela della salute pubblica e la responsabilizzazione dei produttori nel settore alimentare.