La vicenda inizia la mattina del 28 febbraio scorso, quando un bambino residente a Sassuolo comincia a sentirsi male. Ha una febbre di circa 37 gradi e la pediatra consiglia di monitorare attentamente la situazione e di ricontattarla nel caso in cui la condizione del bambino fosse peggiorata.
Nel primo pomeriggio, le condizioni del bambino si aggravano e presenta difficoltà a respirare. La pediatra, constatando la gravità della situazione respiratoria del piccolo, suggerisce alla famiglia di portarlo immediatamente in ospedale. Al Pronto Soccorso, gli viene rilevata una febbre di quasi 40 gradi e viene quindi trasferito nel Reparto di Pediatria. Qui, viene sottoposto a vari esami clinici e gli viene somministrato ossigeno. Secondo quanto riferito dalla madre, il bambino sembrava già mostrare segni di ripresa in breve tempo.
Nel cuore della notte, la situazione peggiora. Nonostante i tentativi di infermieri e medico di praticare il massaggio cardiaco e le manovre di rianimazione, il piccolo smette di rispondere. Il giorno successivo, i genitori contattano un avvocato per ottenere assistenza legale e presentano una denuncia querela per l’ipotesi di reato di “morte in conseguenza ad altro reato a carico di ignoti”.
Il bambino era stato ricoverato per sintomi influenzali, ma è morto nel giro di poche ore per cause sconosciute. Pertanto, è fondamentale indagare su come e perché sia deceduto nel reparto di Pediatria. I genitori stanno cercando di nominare un perito il prima possibile e aspettano che la Procura ordini l’autopsia. Nel frattempo, hanno richiesto che l’autorità giudiziaria acquisisca la cartella clinica del piccolo che, come specificato dall’avvocato, era affetto da sindrome di Down.
La famiglia ha ricevuto sostegno dai propri cari e amici che hanno avviato una raccolta fondi. L’obiettivo è quello di aiutarli a coprire le spese sostenute in un momento così difficile e di dimostrare loro solidarietà, anche attraverso una piccola donazione.