Il paziente era ricoverato per una frattura al femore. Il Tribunale riconosce la responsabilità della struttura sanitaria per l’infezione contratta durante il ricovero.
L’Ospedale Civile di Brescia è stato condannato a risarcire complessivamente 750mila euro alla famiglia di un 75enne deceduto per un’infezione contratta durante la degenza. L’uomo era stato ricoverato nel reparto di ortopedia per una frattura al femore nel dicembre di sei anni fa. Due mesi dopo, è morto a causa di una sepsi da polmonite nosocomiale causata da Stafilococco aureo resistente alla meticillina (MRSA).
A stabilirlo è stata la sentenza del 22 aprile scorso, emessa dal giudice della prima sezione civile del Tribunale di Brescia. Secondo la perizia tecnica disposta durante il procedimento, l’infezione si sarebbe sviluppata in seguito all’intervento chirurgico, portando progressivamente a un arresto cardiorespiratorio e al peggioramento irreversibile delle condizioni cliniche dell’uomo.
La sentenza sottolinea che, nonostante il paziente presentasse una storia clinica complessa, al momento del ricovero non versava in condizioni critiche tali da giustificare un simile epilogo. Il Tribunale ha ritenuto provata la condotta omissiva da parte della struttura ospedaliera, che non avrebbe adottato adeguate misure di prevenzione e controllo del rischio infettivo.
In particolare, la giudice ha evidenziato l’assenza di prove da parte dell’ospedale circa l’adozione di protocolli e misure efficaci per la sterilizzazione degli ambienti e delle attrezzature, nonché l’inosservanza delle linee guida previste per il contenimento delle infezioni nosocomiali.
Il risarcimento è stato così ripartito tra i familiari:
300mila euro alla moglie del paziente,
250mila euro al figlio,
100mila euro ciascuna alle due nipoti.
La decisione rappresenta un’importante affermazione del principio di responsabilità in ambito sanitario e riaccende l’attenzione sull’urgenza di garantire condizioni di sicurezza nei reparti ospedalieri, soprattutto per i pazienti più fragili.