Un uomo di 35 anni è stato sottoposto a un intervento invasivo sulla base di una diagnosi errata. «Mi hanno detto che avevo un tumore maligno, ma dopo l’operazione ho scoperto di essere sano grazie a un test del DNA sui vetrini», racconta la vittima. Ora la magistratura sta indagando sull’accaduto.
Il 20 maggio 2024, il paziente si era recato nella clinica odontoiatrica dell’ospedale per la rimozione di un dente del giudizio e di una cisti, che è stata poi inviata per esame istologico. Il 10 giugno ha ricevuto una telefonata con l’esito dell’analisi: il test era positivo. Pochi giorni dopo, il 18 giugno, gli è stata comunicata una diagnosi terribile: osteosarcoma ad alta malignità. Gli specialisti gli hanno detto che l’unica opzione era l’immediata rimozione della mandibola, seguita da nove cicli di chemioterapia.
L’operazione è stata eseguita il 22 luglio. Al risveglio, il paziente ha notato che la parte destra del volto era paralizzata. Poi, il 9 settembre, un nuovo esame istologico sull’osso rimosso ha dato un esito inaspettato: nessuna traccia di tumore. Eppure, i medici hanno continuato a sostenere che fosse stato operato in tempo, impedendo la diffusione della malattia.
Confuso e sospettoso, il paziente si è rivolto a un altro ospedale, dove la diagnosi di tumore è stata confermata. I medici hanno improvvisamente messo in dubbio la necessità della chemioterapia.
Il 21 ottobre, ha deciso di far analizzare i vetrini ad un altro Istituto per una verifica definitiva. Il 25 ottobre è arrivato il verdetto: il DNA non corrispondeva al suo. «Non ho più la mandibola, ma non ho il tumore. Qualcun altro invece sta male. Molto male», ha dichiarato.
L’errore, è il risultato di uno scambio di campioni di biopsia. Convinti che il paziente fosse affetto da una grave forma di cancro, i medici hanno proceduto con la rimozione della mandibola. L’intervento ha causato una grave paresi facciale. Intanto, resta ignoto il destino della persona a cui apparteneva realmente il materiale biologico analizzato: non si sa se abbia ricevuto in tempo la corretta diagnosi.
Ora la Procura sta indagando per accertare le responsabilità di questo drammatico errore medico.